Le diverse dimensioni del Pellegrinaggio

L’associazione "IL CAMMINO DI SANT’ANNA", che ha lo scopo di mantenere vivo il senso più vero del pellegrinaggio al santuario, propone a tutti i pellegrini, in particolare ai pellegrini a piedi, questi spunti di riflessione. è importante in un Pellegrinaggio cristiano non perdere questi elementi. Sono dimensioni che vanno valorizzate fin dai primi passi del Cammino perchè possiedono una grande forza educativa.

LA PARTENZA
Il primo passo del Cammino è la partenza. Questa dovrebbe essere caratterizzata da un momento di Preghiera. è anche il momento in cui ogni persona deve mettere a fuoco, davanti a Dio, il desiderio che l’ha mossa ad intraprendere il Pellegrinaggio: un desiderio che il Signore accoglie certamente, anche se lo colmerà a Suo modo. Lo sguardo verso l’alto è la prospettiva spirituale che ci offre il Salmo 121, uno di quei Salmi dei Pellegrini che – appunto - «salgono» a Gerusalemme e che, in questo salire, rivivono tutta la storia della salvezza. Il cammino del Pellegrinaggio esige una memoria rivolta verso l’alto: l’alto del Monte di Dio, l’alto dell’opera di Dio nella storia umana. «Alzo gli occhi verso i monti». Così inizia il Salmo 121, così bisogna prepararsi al Pellegrinaggio: riscoprendo la propria capacità di rialzare la testa, anche dinanzi a situazioni difficili e ad ostacoli apparentemente insormontabili.

LA FATICA
Un vero pellegrinaggio include sempre la fatica. Sì, la fatica è un elemento fondamentale del Cammino che non va trascurato. Mettersi in cammino è faticoso ed è faticoso portare avanti il cammino; esige uno sforzo nel quale si ritrovano, da una parte, la realtà dell’ascesi cristiana, così intensamente collegata al cammino, e dall’altra parte, l’esperienza dell’aiuto: «Da dove mi verrà l’aiuto?», grida il Salmista. E trova il Signore ad aiutarlo, a sostenerlo, a custodirlo e proteggerlo sulla via del Pellegrinaggio. Il silenzio e la solitudine Un altro elemento che caratterizza il cammino è la solitudine, il silenzio. Se anche il pellegrinaggio è un pellegrinaggio di gruppo, come usualmente accade, gli spazi di silenzio vanno salvaguardati nella prospettiva della solitudine che prepara l’incontro con Dio. Man mano che si va avanti ci si accorge di questa solitudine: ci si accorge, in altre parole, della responsabilità di compiere i propri passi, pur sentendosi accompagnati dai passi degli altri. La solitudine è indispensabile anche per scoprire la «dimensione penitenziale» del Pellegrinaggio che è sempre un cammino di conversione.

LA COMUNIONE
Ma la solitudine non può prescindere da un’esperienza di comunione. Nella vita cristiana è sempre così: la vera solitudine, che è comunione con il Signore, prepara e rafforza la comunione con i fratelli. Lungo il cammino, va riscoperta in modo autentico la comunione, peraltro facilitata dallo stile di essenzialità cui il Pellegrinaggio educa e che è impregnata di gesti quali la condivisione, la sobrietà, la solidarietà. è un’esperienza di gratuità che può rimandare alla gratuità stessa di Dio. L’umiltà e la gratitudine Dinanzi a tale gratuità, il Pellegrino fa l’esperienza dell’umiltà e della gratitudine. «Signore, non si inorgoglisce il mio cuore e non si leva con superbia il mio sguardo...», le parole del Salmo 131 nutrono il cuore del Pellegrino. Un cuore che, proprio in questa piccolezza, sperimenta la serenità e si apre all’azione di grazie. Nel Santuario si entra anzitutto per ringraziare, consapevoli di essere stati amati da Dio prima che noi stessi fossimo capaci di amarlo.

L’ATTESA
Un altro elemento del cammino, infatti, è il non avere fretta. E questo aspetto acquista una speciale valenza in un mondo in cui siamo abituati ad avere tutto e subito. Il cammino del Pellegrinaggio educa all’attesa e deve valorizzare l’attesa.

LA GIOIA
Il santuario ormai visibile fa emergere un altro elemento: la Gioia. Si tratta di un elemento che, in realtà, può essere presente dall’inizio: «Quale gioia quando mi dissero andremo alla casa del Signore», canta il salmista; e i verbi usati nel Salmo 122 mettono insieme il passato e il futuro: «mi dissero… andremo». Si tratta di una Gioia che rimane per tutto il cammino e che, a ben riflettere, nasce proprio dalla parola: «quando mi dissero». Così i diversi elementi del cammino, che sono stati appena esaminati, possono essere convogliati proprio nella Gioia: la Gioia che è il primo elemento che muove la decisione verso «la casa del Signore»; la Gioia che si è arricchita e autenticata con tutti gli elementi del pellegrinaggio; la Gioia che ora ci lascia alla soglia del Santuario.


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